È possibile tutelare contenuti digitali, scelte estetiche o financo modi di parlare o di vestire (il c.d. “vibe”) utilizzati da un influencer
per promuovere i beni o i servizi? Il caso Gifford v. Sheil dinanzi alla Corte Distrettuale del Texas.
Negli ultimi anni, il mercato dell’influencer marketing ha conosciuto una crescita esponenziale, con un valore attuale stimato in circa 250 miliardi di dollari e proiezioni che indicano un’espansione fino a 500 miliardi di dollari entro il 2027. L’economia degli influencer si fonda su tre pilastri essenziali: l’adozione di un’estetica distintiva, la costruzione di un brand personale e l’engagement dei follower. In questo contesto, diventa cruciale per gli influencer proteggere gli elementi su cui si fonda il loro successo tra i follower e quindi in ultima analisi la loro capacità di attrarre accordi di sponsorship con i titolari dei brand.
La domanda a questo proposito è se sia possibile tutelare contenuti digitali, scelte estetiche o financo modi di parlare o di vestire (il c.d. “vibe”) utilizzati da un influencer per promuovere i beni o i servizi e se sì come…
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Ilaria Carli, Senior Counsel
Clizia Grimaldi, Assocciate
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Ilaria è Senior Counsel del dipartimento Proprietà Intellettuale, con una specifica competenza in innovazioni tecnologiche, tra cui intelligenza artificiale, blockchain, smart contracts e NFT
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