L’avvento degli strumenti di intelligenza artificiale (“AI”) generativa sta ridefinendo i confini operativi dell’attività professionale di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro.
Questa trasformazione non rappresenta solo un cambiamento tecnologico, ma una vera rivoluzione metodologica che investe tutti i settori, professionali e non.
Gli strumenti di AI generativa come ChatGPT di OpenAI, Claude di Anthropic (Amazon) e Gemini di Google stanno introducendo nuove modalità operative che richiedono un ripensamento di prassi consolidate e offrono opportunità significative per l’innovazione dei servizi professionali. In particolare, questi strumenti stanno dimostrando la loro efficacia non solo nelle attività di routine, ma anche in compiti più complessi che richiedono analisi approfondite e valutazioni contestuali.
Inoltre, stiamo assistendo a un crescente sviluppo di tool AI istruiti ad hoc e integrati con dati specifici, progettati per affrontare esigenze particolari e personalizzate dei professionisti. Questa evoluzione verso sistemi sempre più specializzati sta permettendo di creare soluzioni su misura per diverse aree professionali, dalla contrattualistica al contenzioso.
In questo contributo, esploreremo come i suddetti noti strumenti di AI generativa stiano trasformando il panorama lavorativo degli studi professionali, analizzando alcune delle attività specifiche che possono essere ottimizzate e invitando a riflettere sul presente e futuro di questa rivoluzione che assume profili che vanno ben oltre l’aspetto tecnologico.
Attività di studio e approfondimento – Tradizionalmente, l’attività di studio e approfondimento nel settore dei servizi professionali è svolta tramite la consultazione – su manuali e banche dati on line – di normative, sentenze e testi giuridici.
Questo approccio richiede una notevole quantità di tempo e sforzo per raccogliere, analizzare e sintetizzare le informazioni necessarie. La sfida non è solo quantitativa, legata al volume di dati da processare, ma anche qualitativa, connessa alla necessità di identificare le informazioni davvero rilevanti per il caso specifico.
La gestione della conoscenza professionale sta vivendo una vera rivoluzione grazie agli strumenti di AI generativa, i quali hanno introdotto nuove modalità di analisi e correlazione delle informazioni, permettendo di supportare il professionista nell’individuazione di pattern e tendenze che potrebbero sfuggire all’analisi tradizionale.
In tale ambito, accanto agli strumenti di AI generativa maggiormente conosciuti quali ChatGPT e Claude – che permettono la generazione di sintesi efficaci di documenti complessi e la creazione di collegamenti tra fonti correlate – si segnala NotebookLM di Google. Questi tool si distinguono per la loro capacità di comprendere il contesto giuridico sulla base di una pluralità di fonti selezionate dal medesimo professionista.
NotebookLM è, in particolare, uno strumento di intelligenza artificiale diventato interessante per affrontare le sfide legate alla gestione di grandi volumi di informazioni e di diverso genere.
Organizzando informazioni provenienti da diverse fonti, NotebookLM sfrutta l’AI di Google per creare sintesi di testi complessi, generare collegamenti tra documenti correlati, creare FAQ e simulare conversazioni (“podcasts”), aiutando i professionisti nelle attività di studio e approfondimento a risparmiare tempo e a lavorare in modo più efficiente.
Ciò significa che è possibile ottenere un quadro d’insieme di un argomento con rapidità. Il vantaggio non è solo nella velocità di accesso alle informazioni ma anche nella capacità del sistema di evidenziare connessioni e relazioni che potrebbero non essere immediatamente evidenti, arricchendo così l’analisi professionale con prospettive innovative.
Attività di revisione documentale – Un’altra attività cruciale e spesso dispendiosa in termini di tempo svolta dai professionisti è la revisione di documenti. Questa attività sta vivendo una profonda trasformazione grazie all’intelligenza artificiale.
L’attività tradizionale di revisione documentale richiede al professionista un’accurata lettura di ogni dettaglio del documento analizzato per verificarne la conformità di tutte le previsioni con la normativa vigente e l’allineamento con le best practice.
In un contesto normativo sempre più complesso e in rapida evoluzione, questa attività necessita non solo specifiche competenze professionali ma anche la capacità di mantenere aggiornata la propria conoscenza delle normative di riferimento.
Gli strumenti di AI generativa presenti sul mercato offrono la possibilità di migliorare l’efficacia del lavoro di cui si discute e ridurre il carico, minimizzando il margine di errore. Questi sistemi operano come un primo filtro intelligente, evidenziando potenziali problematiche e suggerendo soluzioni basate su best practice consolidate.
Tra gli strumenti che si distinguono attualmente sul mercato si segnalano Claude e “GPT-4o with canvas” di OpenAI. Questi tool si caratterizzano per la loro capacità di integrarsi nei flussi di lavoro esistenti, offrendo un supporto contestuale che rispetta le specificità di ciascuna organizzazione.
La loro efficacia è particolarmente evidente nella revisione di documenti, dove possono rapidamente identificare potenziali aree di rischio e suggerire miglioramenti, potendo “richiamare” le informazioni contenute nel database interno creato dallo stesso utente.
Entrambi gli strumenti permettono una efficace collaborazione tra esperti legali e AI, dove la tecnologia supporta ma non sostituisce il giudizio umano. Ad esempio, un avvocato potrebbe utilizzare “GPT-4o with canvas” per integrare nel documento analizzato clausole standard o personalizzate, adattandole alle normative vigenti.
Personalizzazione di strumenti AI per procedure standard – L’introduzione di ChatGPT e Claude, nelle rispettive versioni a pagamento “GPTs” e “Projects”, ha aperto nuove prospettive per la gestione di procedure ricorrenti degli studi professionali.
Questa evoluzione segna un passaggio fondamentale: dall’utilizzo di strumenti generici alla creazione di assistenti virtuali specializzati per specifiche aree professionali e tipologie di pratiche.
Questi strumenti AI permettono di creare veri e propri assistenti virtuali specializzati (in attesa dei cd. agenti), calibrati sulle specifiche esigenze di ciascuno studio professionale. La personalizzazione non si limita alle funzionalità di base, ma si estende alla comprensione profonda delle procedure interne e delle preferenze stilistiche dell’organizzazione.
La possibilità di “istruire” questi sistemi (tramite i cd. “prompt”), tenendo conto dell’output che si intende ottenere, rappresenta un significativo passo avanti nell’automazione intelligente delle procedure.
Il valore aggiunto di questi strumenti AI risiede, poi, nella capacità di agganciare la conoscenza dei medesimi sistemi – e, dunque, fornire risposte – sulla base un database interno creato dal professionista (normativa, giurisprudenza, articoli di approfondimento, best practices), generando un sistema che riflette effettivamente l’esperienza e l’approccio distintivo di ciascun professionista.
Uno studio legale può, per esempio, creare un assistente virtuale dedicato al supporto nella gestione di due diligence, programmandolo per identificare automaticamente red flag nelle procedure aziendali e documenti analizzati secondo i criteri specifici definiti dal professionista. Questo assistente può, quindi, essere “educato” con la normativa, la giurisprudenza e le best practices rilevanti, imparando a riconoscere pattern critici e a segnalare anomalie sulla base dell’esperienza accumulata dallo studio.
Considerazioni – L’integrazione dell’AI nelle predette attività sta ridefinendo il ruolo del professionista. Questo cambiamento non deve essere visto come una minaccia per la professione, ma un’opportunità di evoluzione verso un modello di pratica professionale sempre più sofisticato e strategico.
Le competenze tecniche tradizionali possono essere integrate con una comprensione approfondita delle potenzialità e dei limiti degli strumenti di AI: si tratta di sviluppare un nuovo approccio alle questioni legali che combini l’expertise tradizionale con le possibilità offerte dalla tecnologia.
La capacità di utilizzare correttamente ed efficacemente questi strumenti di AI generativa diventerà sempre più un fattore distintivo nella professione.
L’adozione dei medesimi strumenti richiede, in ogni caso, una riflessione attenta su conformità normativa e protezione dei dati. Questa considerazione assume particolare rilevanza alla luce del nuovo Regolamento europeo (“AI Act”), che introduce specifici limiti all’utilizzo dell’AI in ambito lavorativo.
Un altro tema rilevante è quello della trasparenza professionale: è essenziale che i professionisti mantengano il controllo sulle decisioni automatizzate, assumendosi la responsabilità dei risultati. La trasparenza riguarda la comunicazione ai clienti, prima del conferimento o almeno prima dell’esecuzione dell’incarico, circa l’utilizzo di questi strumenti e le garanzie poste a tutela della qualità del servizio.
Questo approccio, in attesa di nuovi chiarimenti anche da parte del legislatore nazionale, consente di sfruttare al massimo i vantaggi dell’AI senza compromettere l’integrità e la fiducia dei clienti.
L’integrazione dell’AI nella practice professionale rappresenta una trasformazione inevitabile che richiede visione e metodo. Questa trasformazione va gestita con un approccio equilibrato, che bilanci innovazione e tradizione, efficienza e qualità, automazione e supervisione umana.
Al momento rimangono comunque privi di risposta i seguenti quesiti: quali saranno le prossime soluzioni offerte in ambito business dai summenzionati sistemi di AI generativa? Arriveremo a un punto in cui i professionisti metteranno a disposizione dei propri clienti strumenti di AI per definire questioni con il supporto dei medesimi professionisti / in autonomia? E come si evolverà la responsabilità professionale in un contesto sempre più automatizzato?
Queste domande aprono il dibattito sul futuro del ruolo dei professionisti in un mondo che cambia rapidamente.
La sfida per i professionisti non è solo tecnologica, ma anche culturale: si tratta di innovarsi mantenendo saldi i principi fondamentali della professione. In questa evoluzione, si immagina che il valore aggiunto del professionista si sposterà sempre più verso attività ad alto contenuto strategico e relazionale, dove il giudizio umano, l’esperienza e la capacità di comprensione del contesto su cui il professionista è coinvolto rimarranno insostituibili.
Fonte: LavoroSì