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Legge di bilancio 2025: la Camera ha approvato il testo, ora la parola passa al Senato

Nella seduta fiume dello scorso 20 dicembre la Camera ha approvato il disegno di legge di Bilancio 2025.
Il testo approda ora al Senato (A.S. n. 1330), chiamato all’esame entro la fine dell’anno e a quella che appare – come da prassi, ormai – una conferma scontata.
Quanto ai temi fiscali, passiamo in rassegna alcune delle misure approvate.

Web tax – Viene mantenuta la soglia minima di 750 milioni di euro di ricavi totali, ovunque realizzati nel corso dell’anno solare precedente a quello in cui sorge il relativo presupposto d’imposta dai soggetti esercenti attività di impresa, singolarmente o a livello di gruppo. Confermata l’eliminazione dell’altro requisito, ossia l’ammontare di ricavi derivanti da servizi digitali realizzati nel territorio dello Stato, non inferiore a 5.500.000 euro.

Tassazione delle cripto-attività – L’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle plusvalenze e sugli altri proventi derivanti dalle cripto-attività resta al 26 % nel 2025 e sale al 33% nel 2026, a fronte del rialzo al 42% inizialmente previsto nella bozza di legge. Inoltre, è stata rimossa la soglia di esenzione pari a 2.000 euro. Di conseguenza, saranno soggetti a tassazione tutti i redditi derivanti dalle plusvalenze delle cripto-attività.

Rideterminazione del valore di terreni e partecipazioni – Viene trasformata a regime la possibilità di rideterminare il costo delle partecipazioni, negoziate e non negoziate, e dei terreni edificabili e con destinazione agricola, con passaggio dal 16% al 18% dell’aliquota dell’imposta sostitutiva dovuta.

Assegnazione agevolata beni ai soci – Viene riproposto il regime fiscale temporaneo di assegnazione agevolata, da parte delle società commerciali ai propri soci, di immobili o mobili registrati non strumentali. L’imposta sostitutiva dovuta ammonta all’8% cento (ovvero 10,5% se la società non è operativa) sulla differenza tra il valore normale e il costo fiscalmente riconosciuto dei medesimi beni.

IRES premiale – Viene introdotta l’IRES premiale, che consente di ridurre al 20% l’aliquota ordinaria (pari al 24%) per le imprese che rispettano specifici requisiti:

  1. accantonamento in una specifica riserva di una quota non inferiore all’80% degli utili dell’esercizio 2024;
  2. investimenti – per almeno il 30% degli utili accantonati e, in ogni caso, per un importo non inferiore a 20.000 euro – in beni strumentali nuovi destinati a strutture ubicate in Italia;
  3. nuove assunzioni di personale dipendente con contratto di lavoro a tempo indeterminato, costituenti incremento occupazione pari almeno all’1% del numero di dipendenti mediamente occupati nel 2024;
  4. mancata fruizione della cassa integrazione guadagni nel 2024 o nel 2025.

Se non rispettano queste condizioni o se gli investimenti sono ceduti o destinati all’estero, le imprese perdono il beneficio e devono restituire l’agevolazione. La riduzione non si applica a società in liquidazione o con regimi forfetari.

Credito d’imposta Transizione 4.0 – L’agevolazione viene riconosciuta per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025, o entro il 30 giugno 2026, a condizione che l’ordine sia stato accettato dal venditore e che sia stato effettuato un pagamento di almeno il 20% del costo di acquisizione. Le imprese interessate devono inviare telematicamente al Ministero delle imprese e del Made in Italy una comunicazione riguardante l’ammontare delle spese sostenute e del credito d’imposta maturato.

Parallelamente a questi interventi, viene abrogata la disposizione che riconosce il beneficio in parola alle imprese che effettuano investimenti aventi ad oggetto beni immateriali (software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni) connessi a investimenti in beni materiali «Industria 4.0».

Credito d’imposta Transizione 5.0 – Viene confermato, con modifiche, il Piano Transizione 5.0, che introduce una serie di agevolazioni per le imprese che investono in macchinari e tecnologie digitali e sostenibili.

Per effetto delle modifiche apportate:

  1. il beneficio viene esteso alle società di servizi energetici (ESCo), che ora possono accedere al credito d’imposta per progetti effettuati presso le aziende clienti. Inoltre, vengono aggiornati i tassi di credito d’imposta per diversi tipi di impianti, con aumenti che vanno dal 120% al 150% del costo degli impianti a seconda dei moduli inclusi;
  2. si specificano anche le condizioni per l’accesso al credito d’imposta in relazione agli investimenti superiori a 10 milioni di euro, che beneficeranno di un tasso del 35% fino a tale soglia e del 5% per importi superiori, con un limite massimo di 50 milioni di euro per impresa per anno;
  3. viene modificato l’aumento della base di calcolo del credito d’imposta, con un ulteriore incremento per i moduli fotovoltaici;
  4. si prevede la cumulabilità con altre misure agevolative.

Le modifiche sono applicabili agli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024, con la possibilità di fruire delle nuove aliquote di credito d’imposta a condizione che venga inviata una comunicazione al GSE in base alle risorse programmate.

ZES Unica – Viene incrementato fino a 2,2 miliardi di euro il fondo a favore del credito d’imposta per le imprese che investono nella Zona Economica Speciale (ZES) unica del Mezzogiorno.

Tax credit cinema – Il testo approvato alla Camera interviene in più punti sulla disciplina del credito d’imposta in esame, modificando i contenuti della relazione annuale da trasmettere alle Camere sullo stato di attuazione degli interventi pubblici di sostegno al settore, per esigenze di controllo della spesa. E rendendo permanente la dotazione per il piano di digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo.

A cura di WST Lab

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